Storia dell’associazione

SIPO: Società Italiana di Psico-Oncologia

L’impatto psicologico e sociale della malattia sul paziente, sulla sua famiglia e sull’équipe curante assume grande rilevanza quando si parla di cancro: in questo scenario la psiconcologia è una disciplina che si colloca come interfaccia tra l’oncologia da un lato e la psicologia e la psichiatria dall’altro.

Il trattamento del paziente oncologico deve avere come obiettivo principale quello di migliorare la Qualità di Vita e di limitare il rischio di conseguenze psicopatologiche che condizionino la vita futura del malato; il sostegno sociale diviene pertanto un elemento costitutivo del trattamento del paziente oncologico e rientra nella responsabilità di ciascuna figura terapeutica coinvolta.

La Psiconcologia infatti considera l’interdisciplinarietà e l’integrazione disciplinare requisiti indispensabili di un sistema di cura che tenga conto della globalità dei bisogni del malato in un’ottica psicosociale nell’approccio al paziente e nel rispetto dell’autonomia culturale e professionale di ciascuna disciplina.

 

PREMESSA STORICA

Nel corso dell’ultimo ventennio la prospettiva psicosociale in oncologia prende corpo come ambito di studio a sé, anche se sviluppatasi già a partire dagli anni’50 quando, negli Stati Uniti, si costituiscono le prime associazioni di pazienti laringectomizzati, colostomizzati e di donne operate al seno.

Presso il Memorial Sloan-Kettering Center di New York nasce in questo periodo il primo Servizio autonomo finalizzato all’assistenza psicologica del paziente affetto da cancro.

A partire dagli anni ‘80 la psiconcologia si sviluppa attraverso i contributi specifici dei diversi ambiti applicativi. La diffusione di attività cliniche e di servizi psiconcologici nelle strutture sanitarie facilita la sensibilizzazione delle associazioni scientifiche oncologiche nel panorama internazionale, quali: l’American Cancer Society, già attiva dal 1913 con lo scopo di diffondere le conoscenze relative ai sintomi, al trattamento e alla prevenzione dei tumori; l’International Psychooncology Society (IPOS) nata nel 1984 con il proposito di creare una rete tra i professionisti del settore; l’European Society of Psychosocial Oncology costituitasi nel 1986 con l’obiettivo di accrescere le conoscenze attraverso conferenze e rapporti di collaborazione.

 

In Italia il primo Servizio di Psicologia orientato specificamente all’assistenza del paziente oncologico viene costituito nel 1980 presso l’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova; a Milano nel 1985 viene fondata la SIPO (Società Italiana di Psiconcologia), in seguito al crescente interesse tra le discipline medico-chirurgiche e psicologico-psichiatriche per la “psichiatria di liaison”, introdotta alla fine degli anni ’70, che si occupa di sostegno rivolto ai pazienti e supporto alle diverse figure professionali coinvolte nel trattamento.

 

Nel 1993 la SIPO contava 250 membri tra psicologi, psichiatri ed oncologi; dal 1996 la società ha ampliato la partecipazione anche agli altri operatori del settore ed è articolata territorialmente in sezioni regionali, finalizzate a favorire una certa capillarità ed uniformità nella diffusione delle linee di intervento e di ricerca della disciplina.

 

AREE DI INTERVENTO

 

1. Prevenzione primaria:

  • interventi contro l’abitudine al fumo
  • campagne per una corretta alimentazione
  • interventi informativi sulla popolazione sugli agenti cancerogeni

 

2. Informazione educazionale ed educazione sanitaria:

  • programmi di screening sul cancro

 

3. Informazione educazionale ed educazione sanitaria:

  • informazioni al pubblico e gruppi scelti
  • educazione sanitaria e cancro

 

4. Formazione del personale sanitario e dei volontari:

  • organizzazione di corsi di formazione
  • conduzione dei gruppi eterocentrati

 

5. Attività di ricerca:

  • sviluppo di progetti di ricerca sulla qualità di vita e impatto psicosociale
    dei trattamenti antitumorali e palliativi
  • sviluppo di progetti di ricerca sullo stress lavorativo
  • valutazione dei modelli di intervento psicosociale

 

6. Attività clinica:

  • colloqui individuali e di gruppo per i pazienti
  • colloqui individuali e di gruppo per i familiari
  • psicodiagnostica (valutazione delle reazioni psicopatologiche)
  • terapia di supporto e psicoterapia per i pazienti
  • trattamento psicofarmacologico dei pazienti
  • conduzione di gruppi di self-help
  • conduzione di gruppi eterocentrati per il personale
  • colloqui di selezione e orientamento per i volontari

 

7. Attività nelle cure palliative:

  • formazione e supervisione dell’équipe curante e del volontario
  • supporto psicologico al paziente e alla famiglia
  •  supporto psicologico all’elaborazione del lutto dei familiari

 

8. Controllo di efficacia degli interventi:

  • valutazione/controllo di qualità dell’assistenza.