Da SIPONEWS n. 3/2024 del 31/10/2024
Da SIPONEWS n. 3/2024 del 31/10/2024
Stereotipi di genere e trasmissione intergenerazionale delle informazioni legate al rischio: uno studio qualitativo
Links between gender norms and the intergenerational transmission of health information in parents carrying BRCA1/2 pathogenic variants
Gauna F, Carof S, Mouret-Fourme E, Coupier I, Mari V, Moretta-Serra J, Mancini J, Noguès C, Bouhnik AD.
J Genet Couns. 2024 Apr;33(2):370-381. doi: 10.1002/jgc4.1734. Epub 2023 Jun 6.
Introduzione: Gli studi in letteratura sulle mutazioni genetiche BRCA1/2 sottolineano il ruolo dei genitori, della cultura e dei legami famigliari nell’aiutare i figli in giovane età ad affrontare il rischio genetico ereditario di sviluppare un tumore. I risultati dello studio di coorte GENEPSO-PS, recentemente condotto in Francia, mostrano che sebbene un’elevata percentuale di genitori informi i figli sul loro rischio genetico, solo un terzo dei figli adulti effettua la consulenza genetica. Nello stesso studio è emerso che la probabilità di effettuare una consulenza genetica con un genitore portatore di mutazione era più alta per le figlie femmine, aumentava con l’età e se i figli ricevevano supporto dalla famiglia. Il presente studio ha l’obiettivo di esplorare come le norme legate al genere nei portatori di mutazioni genetiche BRCA1/2 possono influenzare la comunicazione sul rischio ai figli.
Metodo: Lo studio ha utilizzato un approccio qualitativo con interviste semi-strutturate ad un campione di genitori portatori di mutazione genetica BRCA1/2 che avevano ricevuto da almeno due anni l’informazione relativa al rischio genetico e che avevano uno o più figli dell’età minima di 8 anni. In caso di malattia oncologica, per essere eleggibili i genitori avevano dovuto ricevere la diagnosi almeno due anni prima. I soggetti sono stati reclutati nell’ambito dello studio GENEPSO in quattro Comprehensive Cancer Center francesi. Nel campionamento di convenienza è stata privilegiata la dimensione dell’eterogeneità in relazione al profilo socioeconomico ed all’età dei figli dei partecipanti. L’intervista esplorava l’esperienza famigliare di mutazione genetica BRCA1/2, l’impatto dell’esito positivo del test, le decisioni relative alla gestione del rischio per se stessi e la comunicazione del rischio ereditario ai figli. La content analysis delle interviste è avvenuta concomitantemente alla raccolta dei dati: mano a mano che l’analisi procedeva, i temi e i sotto-temi identificati orientavano la scelta degli aspetti da approfondire nelle interviste successive. In base al principio della saturazione, il campionamento è continuato fino a quando l’analisi non ha più evidenziato nuovi temi.
Risultati: Sono stati intervistati 30 soggetti (23 femmine, 7 maschi) di età compresa tra 40 e 60 anni. Una donna aveva avuto un intervento di mastectomia profilattica, nove di ovariectomia, sei entrambi gli interventi. La maggior parte dei partecipanti aveva un profilo socio-economico medio o alto.
L’analisi qualitativa ha identificato tre temi principali:
Discussione: Il modello di famiglia occidentale incoraggia le differenze in termini di ruolo, funzioni, valori e orientamenti culturali legati al genere. Questi aspetti, come lo studio evidenzia, influenzano le pratiche di prevenzione dei tumori e la trasmissione intergenerazionale delle informazioni sul rischio. Essi dovrebbero essere tenuti in considerazione dai counselor genetici e dai curanti, nell’ottica di adottare comportamenti comunicativi volti a favorire l’adesione alla consulenza genetica da parte dei soggetti con un rischio potenziale di mutazione e di affiancarli in modo appropriato nel percorso successivo al test.